sabato 24 gennaio 2015

The Henry Addington

Lavoro, lavoro, lavoro. Ormai la mia testa é in modalità "only-work". Sarà perché mi piace il senso di soddisfazione quando a fine mese apro la pay-slip, sarà perché ormai ho confidenza con tutto e tutti, sarà perché quello che faccio mi piace e mi diverte, ma lavorare si sta rivelando la giusta scelta per il momento.
Così quando il mio manager mi ha chiesto se avevo bisogno di ore e se volevo lavorare ieri che era il mio giorno off, ovviamente ho detto di si. Per subito poi pentirmene quando mi ha detto che dovevo andare in un altro pub della nostra catena perché avevano bisogno di staff. 
Prima ho pensato "Jessica cosa hai fatto", poi volevo tirarmi indietro esponendo una scusa last-minute. Alla fine ho lasciato perdere. Sono ore in più in un altro posto, oltre che farmi comodo mi permettono di vedere come funziona negli altri pub, ho pensato. Mi sentivo quasi come una Charlie Angel in missione, sentivo di avere un compito ricevuto dai piani alti, una missione di spionaggio ad alto rischio. Devo smetterla di bere caffè, mi brucia i neuroni...
Insomma, come al solito ho avuto il primo breve momento di panico e paura. Oddio cosa faccio, se non mi piace, se non mi stanno simpatici, se non so cosa devo fare... Poi ho pensato, non sono io che ho bisogno di loro, sono loro che hanno bisogno di me e mi hanno chiamato! E così l'ho presa tutta in un altro verso. Il vizio del tempismo ce l'ho ancora. Dovevo iniziare alle 17 e io a 15.45 ero già fuori dalla porta a scrutare la situation. Papá lo so che sei fiero di me!
Alla fine poco dopo le 4 sono entrata, sono andata al bancone e ho detto chi ero e che cosa ci facevo li. Mi sono cambiata e due minuti dopo ero già dietro il bancone di THA a preparare drinks e a servire birre. Che dire? Posto molto carino, tra le 18 e le 19 c'è il mondo. Si trova a Canada Water, in pieno centro della city, quindi quando scatta l'ora di chiusura degli uffici si riempie di gente appena uscita dal lavoro che cerca un posto dove farsi una birra o due in tutto relax.
Lo staff molto carino e gentile, tutti disponibili e tranquilli come dovrebbe essere. 
Finito lo shift e salutato tutti sono volata a casa, pronta per infilarmi nel mio lettuccio.
E stamattina, appena arrivata al lavoro, sono entrata in cucina come al solito per salutare i guys e ho incrociato il mio manager che mi ha detto che THE ha inviato loro un email per dirgli che sono stata excellent. Anche queste sono soddisfazioni che ti migliorano la giornata!





giovedì 15 gennaio 2015

Wednesday night, why not?

Dopo solo una settimana ormai ci sentiamo già a casa, come se fosse sempre stata nostra e avessimo abitato qui da una vita. Saranno i colori brillanti delle pareti, la vista mozzafiato che la sera, al tramonto e all'alba ci si spara davanti, le poltrone del salotto o lo scolapiatti che non abbiamo mai avuto ma che abbiamo sempre desiderato.
Si può tranquillamente dire che la casa é nostra perché dei due coinquilini che la dividono con noi praticamente abbiamo solo visto la tazza della colazione. 
Ormai siamo anche in confidenza con la lavatrice, tanto che non smettiamo di riempirla di cose a caso giusto per il piacere di usarla! Sembra quasi che non ne abbiamo mai vista una... Ieri mi ci sono seduta addirittura davanti e mi sono persa a guardare i vestiti girare sommersi nell'acqua e sapone, mi sentivo in armonia col mondo quasi.
L'unico difetto che siamo riuscite a trovare alla nuova casa? Il fatto che tra due mesi dobbiamo lasciarla. É uno short let e la precedente coinquilina tornerà per gli inizi di marzo, quindi ci toccherà fare armi e bagagli e prepararci a un nuovo trasloco. E io mi dovrò comprare anche un nuovo trolley perché il mio mi ha lasciato non appena scese dal taxi. Tempismo perfetto.
Per celebrare questo nuovo inizio, ma soprattutto per rilassarci e goderci la vita, ieri sera ci siamo sentite in obbligo di uscire, nonostante fosse mercoledì. Ma, Who cares? Di certo non noi!
Era da un po' che volevo farmi un giro a Brick Lane, nota per essere la cosiddetta "zona giovanile" piena di locali e club. E devo dire che non mi ha proprio delusa. 
Siamo andate a berci qualcosa in un posto carinissimo "Casa Blue", dove la lista dei drink é tutta Made By Barman e se si é in tanti si può optare per la versione large e bere il cocktail direttamente da una boccia per i pesci, senza pesce purtroppo!
Quando il locale ha chiuso non avevamo proprio voglia di andare alla ricerca di un bus e così abbiamo deciso di farci due passi fino a London Bridge. 
É stato veramente uno dei momenti più belli da quando sono qui, abbiamo parlato noi, di cosa ci ha spinto a partire, di come ci siamo sentite appena arrivate, di tutti i problemi e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare, ma soprattutto di quanto siamo state fortunate a trovarci, specialmente in un momento che per entrambe era abbastanza tosto. E a guardarci adesso, chi lo direbbe mai che ci conosciamo solo da 4 mesi e che dopo una settimana dal nostro primo incontro siamo andate a vivere insieme? La risposta é That's London!








mercoledì 7 gennaio 2015

Home, Super Sweet Home

L'anno nuovo é arrivato e come si dice, anno nuovo vita nuova. In questo caso solo la casa! Eh si, perché lunedì io e la Sophia abbiamo finalmente portato a termine una mission quasi impossible, il trasloco. É stato davvero un evento utopico, con tanto di programma pianificato in diretta FaceTime Uk-Italy per decidere come portare quattro valigie, un borsone e una cosa come dieci buste da una casa all'altra. Fosse questo il problema. Non avevamo le chiavi della casa nuova, quindi non si poteva iniziare quando ci pareva. Ma neanche questo é stato un grande ostacolo, dato che ho usato la staff room del pub come mio personale deposito bagagli per qualche giorno. Il vero affronto é stato riuscire a combinare orari e tempi. Dovevamo lasciare la casa vecchia a mezzogiorno, ma l'adorabile signora (ciao Marionnnnnnnnn) ha avuto la brillante idea di informarci solo poche ore prima che dovevamo lasciare la stanza entro le 11. Nessun problema teoricamente, se non fosse che la Sophia non era a casa, anzi non era proprio a Londra. Sarebbe tornata dalle vacanze in tarda mattinata ma io ero obbligata ad aspettarla, con tutta la montagna di bagagli che invadevano il pianerottolo.
Sistemato il carico da 90 vicino all'entrata sono andata a prendere la Gresconzi in stazione e con tutta la nostra forza di volontà abbiamo chiamato il nostro amico taxi e caricato tutto.
Arrivate alla nuova casa ci siamo subito fatte riconoscere e dopo un piccolo intoppo con i vicini abbiamo portato tutto su all'11 piano. Con l'ascensore ovviamente.
C'è da dire che la fatica é stata ripagata alla grande da un meraviglioso, buonissimo, profumatissimo e italianissimo caffè. Avere una casa con la moka é un lusso che finalmente ci possiamo permettere!