domenica 28 settembre 2014

Bagnata dal Sole!

Dopo un momento passeggero di stand-by e attimi di sfrenati giri tra agenzie e siti online ho trovato finalmente una casa dove stare. Oddio chiamarla casa è tutto un dire, una stanza tutta per me insomma.
Inizialmente ero impanicata fino all'inverosimile, tutti gli annunci che trovavo su gumtree o spareroom che cercavo di contattare non rispondevano e così, dopo aver chiamato Elisa, una ragazza che si trova qui a Londra, ho seguito il suo consiglio e sono andata da FlatLand, una sorta di agenzia immobiliare a Gloucester Road. 
Nel giro di due minuti avevo già rimediato tre appuntamenti e 2 ore dopo avevo già scelto la camera che faceva per me, in zona 1 tra l'altro!
Così passato il momento "oddiodovevadoavivere" ho iniziato a lasciare qualche curriculum qua e là, anche se la maggior parte dei negozi vuole l'application online. 
Domani, prima di iniziare il trasloco ostello-casa, perché di trasloco si tratta con due trolley, uno zaino e due borse piene, chiamerò il job centre per prendere appuntamento, in modo da ottenere il prima possibile il NIN, indispensabile per lavorare.
Lasciato da parte il fattore casa però, mi sono dedicata un po' al relax. Dopo che la Yle ha svaligiato per ben due volte Primark oggi abbiamo deciso di trascorre  il pomeriggio a Camden Town, tra i suoi mercatini e le viuzze. Incredibile come si possa entrare da un lato del mercato e ritrovarsi poi da tutt'altra parte!
Assolutamente degno di nota "l'angolo" riservato al cibo, con banchetti e stand differenti per ogni tradizione culinaria, dalla cinese alla marocchina, dalla messicana alla brasiliana.
Le ultime ore di sole le abbiamo trascorse stese sull'erba perfettamente verde di Hyde Park, tra cespugli di fiori e alberi maestosi, con qualche scoiattolo che giocherellava intorno in cerca di cibo.
Domani riprende il solito via vai, e io non vedo l'ora di ritrovarmi nuovamente in questa magica caoticità che è Londra.













sabato 27 settembre 2014

Stay Focused

Giorni un po' impegnativi questi, soprattutto se piombi in un momento di oddiocosafacciosonoincrisi. La mia nuvola grigia, se così si può chiamare un codice blu, é iniziata di colpo quando la Yle mi ha detto che qui non ce la faceva e voleva tornare a casa, Londra non faceva per lei. Sbum. Attimi di panico. Non capivo più niente. Chi ero? Dov'ero? Cosa stavo facendo? Ma soprattutto, cosa volevo fare? Dopo aver chiamato casa ed essermi un po' sfogata con la mia mamma, la situazione sembrava degenerare. Non dovevo più dividere lo stress con un'altra persona, ora dovevo essere io una sola persona in una delle più grandi metropoli del mondo. In questi casi c'è solo una cosa da fare: darsi una calmata. Fermarsi davanti a uno specchio, fissarsi. Io mi sono detta "Jessica cazzo smettila. Tu ce la puoi fare." E così dopo l'invito di più di una persona a tornare a casa, senza neanche pensarci troppo io ho deciso di restare. Non l'ho fatto per non dare dispiaceri a nessuno, non l'ho fatto per non deludere la mia famiglia o per non sentirmi dire "non è restata neanche una settimana, quella che non voleva più neanche tornare!". No, io l'ho fatto per me. Mi sono messa in gioco, ho accettato la sfida decidendo di venire qui e adesso con che coraggio potevo dire a me stessa "si torna a casa, hai fallito"?
Perché andarmene quando io qui mi sono trovata bene fin dal momento in cui ho messo piede giù dall'aereo? Questa potrebbe essere l'esperienza migliore della mia vita!
Fino a pochi mesi fa non mi passava neanche lontanamente per la testa di partire da sola e invece, proprio quando non te lo aspetti e pensi di non farcela, bam ti stupisci di te stessa.
C'è da dire che una grossa mano è arrivata da casa. Tutti scrivevano, chiamavano, mia mamma ha sciorinato le citazioni dei più grandi filosofi per dirmi che qualsiasi cosa avessi scelto di fare lei sarebbe stata dalla mia parte. L'unica condizione che ha posto è stata la mia felicità, il mio sorriso. Non ti ringrazierò mai abbastanza mamma, perché dopo averti chiamato piangendo, sei stata instancabile, ti sei messa a contattare chiunque, tutte le conoscenze in questa città, mi hai trovato un ostello per passare altre notti tranquilla in attesa che io riuscissi a trovarmi una stanza tutta per me in una casa. Sei un super eroe. Tu e tutti gli altri. Il papà, Robi, la nonna che piangeva, la zia che scriveva per sapere  se avevo bisogno, mio cugino che avendo passato metà anno qui si é messo a contattare una sua conoscenza pur di farmi calmare. Ci sono stati tutti per me, subito. È stata questa la cosa che mi ha fatto emozionare. Più del casino in cui mi trovavo, più del non saper da che parte voltarsi, più della nuvola grigia da codice blu. Io pensavo a quanto sono importante per gli altri, per le persone che mi stanno attorno. Non si capisce fino in fondo quanto bene ci vogliono le persone che ci stanno attorno finché non ci ritroviamo faccia a faccia con la realtà. E la mia in quel momento faceva davvero schifo. Ma avevo qualcuno. Qualcuno che seppur lontano, a casa, si stava preoccupando per me, ma pur di non farmi preoccupare ancora di più le ha provate tutte pur di sostenermi e starmi vicino. Grazie a tutti, vi voglio bene. 







mercoledì 24 settembre 2014

All you need is in London

Arrivata! O meglio, arrivata ieri ma con tutto quello che c'era da fare è un po' come se fossi arrivata adesso... Le due ore in aereo sono volate, in tutti i sensi proprio! Arrivate all'aeroporto di Heathrow abbiamo subito optato per l'Heathrow Express, che in un attimo ci ha portate alla stazione di Paddington e li, con i miei 38 kg di valigie sono salita sul classico taxi londinese, il cab.
L'ostello é una figata, enorme, moderno, super attrezzato, con una cucina da utilizzare più grande di casa mia. Quella italiana ovviamente!
Ma purtroppo venerdì mattina ci sbattono gentilmente fuori e così oggi ci siamo dedicate alla ricerca della casa. Ne abbiamo vista solo una per adesso ma si può dire che c'è bastata... Quella era addirittura più piccola del bagno di casa mia.
Domani la ricerca continua e io non mi do assolutamente per vinta, io da qui non mi muovo!
Oggi sulle scale delle metropolitana pensavo a questa città, alla vita che c'è fuori da questa finestra.
La caoticità di Londra ha catturato anche me. Mai un attimo fermi, sempre di fretta. Questi londinesi corrono troppo, ho pensato il primo momento.
Vederli al supermercato poi é stato incredibile. All'ora di pranzo afferrano la prima cosa che gli capita tra le mani e se la portano via, senza perderci troppo tempo.
Se ci penso mi dico che hanno ragione, fanno bene. Perché sprecare il tempo che passa a scegliere quale gusto di sandwich mangiare o quale bibita bere quando là fuori c'è tutto quello di cui hai bisogno?

Dimenticavo... É stato umiliante entrare da Primark e uscire senza nemmeno una microscopica busta, mi vergogno di me stessa. Penso di aver stabilito un record universale.

martedì 23 settembre 2014

3...2...1... Si parte!

E dopo un'attesa infinita, innumerevoli possibilità di ripensamenti, inquantificabili tentativi di sabotaggio, ma dubbi e preoccupazioni pari a zero eccomi finalmente qui.
Mi chiamo Jessica, ho 19 anni, appena diplomata, esperienza lavorativa inesistente, predisposizione alla serietà nemmeno a parlarne, ma una voglia immensa di mettermi in gioco, capire chi sono e trovare il mio posto nel mondo.
Ah dimenticavo, sono in partenza. Domani (si ok, tecnicamente oggi), martedì 23 settembre 2014, un aereo forse un po' troppo carico mi porterà lontano da casa, in un altro paese. Destinazione Londra.
L'avventura inizia insomma.
Ma come potevo lasciare tutto quanto e partire alla sprovvista senza una compagna di (dis)avventure più matta di me? Ovviamente non potevo! E così domanioggi partirò verso l'ignoto con l'amica di sempre, quella che hai da una vita, con cui ne combini di tutti i colori, con cui ridi fino a piangere e con cui sparì le cavolate più grosse. Ecco, la mia partner nel crimine insomma è Ylenia, la Yle. Come potevo partire per un'esperienza così senza di lei? Non era fattibile la cosa diciamo...
E così finalmente dopo mesi di preparativi e decisioni eccomi qui, ultima notte nel mio letto, ultima possibilità di ripensamento, che ovviamente non arriva.
Al momento l'unica preoccupazione con la quale posso distruggermi è il pensiero delle valigie, troppo piene per chiunque, troppo vuote per me. Devo smetterla di buttare dentro roba a random.
Mi piace l'idea di partire e non sapere quando tornare, mi piace aver deciso tutto da sola, mi piace pensare che è a questo che sono destinata, all'indipendenza e all'autonomia, al sapermela cavare da sola, contando solo su me stessa.
Chissà forse tra una settimana sarò già di ritorno o forse tra un anno, forse non tornerò più.
Ecco cosa mi piace. La possibilità di scegliere finalmente da sola il mio futuro.