mercoledì 23 settembre 2015

One Year Later

Esattamente un anno fa, il 23 settembre 2014, ero seduta su un aereo a guardare fuori dal finestrino, oltre il vetro che mi separava dal tutto. Ero decisa, elettrizata, incontenibile, avida di scoprire cosa ci fosse là fuori, oltre alle nuvole e all'aria fredda. L'adrenalina era talmente tanta che adesso in mente ho solo una versione di me molto su di giri.
È passato un anno da quando ho lasciato casa con una valigia piena di sogni e incertezze. È passato un anno da quando mi sono trasferita in un altra città, in un altro paese, a 1380.2 km e due ore di aereo dalla mia famiglia. È passato un anno da quando ho messo piede nel mio paese dei balocchi. È passato 1 anno, 12 mesi, 52 settimane, 365 giorni, 8760 ore, 525600 minuti, 31536000 secondi. 1 anno di me e di Londra.
L'inizio non è stato dei piu rosei, ma per chi dice che chi ben comincia è già a metà dell'opera vorrei solo dire che la mia di opera era già a tre quarti nel momento in cui ho lasciato casa.
Ho dovuto per forza di cose avere un atteggiamento positivo, la mente aperta e il cuore e l'anima spalancati. E questo è il risultato. Piuttosto soddisfacente mi sembra per una che a casa non rispondeva al telefono se non riconosceva il numero o si nascondeva nell'armadio quando suonava il campanello.
E qui arriva il momento di tirare due somme e bilanciare l'equazione.
Questo anno mi ha insegnato tante cose, mi ha fatto riflettere, mi ha cambiato, mi ha reso curiosa, mi ha fatto venire voglia di andare in fondo alle cose, di cercare, di scoprire, di perdermi per poi ritrovarmi, di amare quello che ho e ho costruito, di lasciare per strada tanti miei timori e rendermi conto che non ho né bisogno né tempo per pensare alla paura.
Non è stato tanto questo anno a insegnarmi, è stata Londra. Lei che con la sua frizzantezza, le sue vibrazioni, la sua anima dalle mille sfaccettature, la sua storia, la sua multietnicitá, il suo charm, i suoi suoni e rumori, le sue luci, ma soprattutto le sue persone mi ha fatto crescere. Perché è questo che ho fatto qui, sono cresciuta. Sono diventata una persona più  capace, più positiva, più fiduciosa, più matura, più aperta a quello che la vita mi può offrire. Sono sempre testarda, permalosa, lunatica e paranoica qualce volta, ma su questo ci sto ancora lavorando.
Qui ho scoperto lati del mio carattere che non sapevo di avere, facce della mia personalita di cui di non mi rendevo conto. È qui che ho scoperto il coraggio. Il coraggio di lasciare il vecchio per il nuovo, il coraggio di buttarmi nelle cose, il coraggio di credere in qualcosa, il coraggio di capire che tante volte io da sola sono abbastanza.
Cosa ho imparato? Ho imparato che non è da tutti lasciare le proprio abitudini e certezze. Ho imparato che la strada più semplice non solo non è sempre quella giusta ma non è proprio la mia. Ho imparato a fidarmi del mio istinto, a cogliere le occasioni al volo e a prendere quel famoso treno. Ho imparato a smettere di guardarmi indietro e a pentirmi. Ho imparato che non tutto e tutti sono sempre quello che ci aspettiamo, che spesso è meglio risparmiare la fiducia verso gli altri e conservarla per se stessi. Ho imparato che c'è chi vieni e c'è chi va, ma soprattutto che c'è anche chi resta ed è in grado di cambiarmi la giornata. Ho imparato a fara la lavatrice e a piegare le lenzuola da sola, a farmi piacere lavare i piatti e passare l'aspirapolvere. Ho imparato a spillare la perfetta pinta di Guiness e a rispondere al telefono senza sapere chi chiama. Ho imparato a chiedere quando non so o non capisco. Ho imparato a ridere per le cose semplici e genuine, fino a piangere o a buttarmi per terra. Ho imparato che qualche volta ho bisogno di stare da sola per ritrovare me stessa e ho imparato che a volte anche gli altri ne hanno bisogno. Ho imparato a chiedere scusa quando sbaglio e a rimediare quando posso, ad ascoltare quando qualcuno a qualcosa da dire. Ho imparato che nessuno mi costringe a essere gentile ma quando lo sono tutto ha un sapore diverso. Ho imparato che voler bene alle persone può ferire e che quasi sempre ci tengo troppo, ma preferisco sbatterci la testa piuttosto che essere apatica e vuota. 
Ho imparato che a volte mi manca la mia famiglia e non so cosa darei per essere seduta a tavola a mangiare per la quarta sera di fila i gnocchetti. Ho imparato che la lontananza ci avrà separato geograficamente ma ci ha avvicinato follemente. 
Ho imparato che il rapporto con la mia mamma è cambiato, che non sapevo fosse così forte e simbiotico, che non posso fare a meno di parlarle e di raccontarle quello che mi succede, le mie giornate, i miei momenti felici e le cose che mi fanno arrabbiare. Ho imparato che ci sono cose che preferirebbe non sapere ma è lontana e non riesco a non volere un suo consiglio. Ho imparato che anche se sorride sempre e mi guarda con fierezza le manco e forse a volte preferirebbe avermi accoccolata nel lettone piuttosto che sapermi via. 
Ho imparato che seppur litigavamo come cane e gatto e ce ne facevamo di tutti i colori il mio fretellino mi manca come l'aria e mi sono resa conto che tanto fretellino più non è ormai.
Ho imparato che il mio papà mi pensa sempre, che è orgoglioso di me e vuole solo che io sia felice, e prima o poi me lo troverò fuori dalla porta di casa grazie al suo inglese.
Ho imparato che lo zio Robi avrà anche perso la sua spalla destra a casa, ma so che se la sta cavando fantasticamente e sono sicura che rimpiange il mio zaino sul pavimento del salotto quando torna a casa.
Ho imparato che vivere da soli non è solo sinonimo di indipendenza e libertà, ma anche di maturità, capacità, autocontrollo e forza.
Ho imparato a fermarmi a pensare a quello che ho fatto in questo anno, a realizzare come sono andate le cose, a guardrmi allo specchio e a dirmi "sei una grande".
Questo è quello che ho imparato.
E questo va a tutte quelle persone che non credevano ce la potessi fare, si aspettavano di vedermi a casa dopo 3 giorni o non pensavano neanche sarei partita. Bè, io adesso mi divido tra Oxford Street e Piccadilly Circus, Portobello Road e Wimbledon, Camden Town e Kensington, Covent Garden e Bond Street. E voi cosa fate?
Non mi sento di ringraziare nessuno per quello che ho fatto o dove sono arrivata fino a adesso, l'unica persona che devo di ringraziare sono io. IO ce l'ho fatta.

E adesso... I'M BACK BITCHES.







































11 commenti:

  1. La nonna: Vai avanti così. Un abbraccio forte forte

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  2. Nonostante tutto questo anno è volato... Siamo tutti fieri di te... ma per noi non sei cambiata affatto, sei sempre la nostra Jessica !

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  3. Hai imparato cose su di te che alcuni ci mettono una vita a capire! Fai bene ad essere orgogliosa

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  4. Che belle parole!! Quanti sei diversa dalla "bambina" timida che ho conosciuto tanti anni fa! Ora sei una donna meravigliosa piena di forza e coraggio! Un bacione grande

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  5. Brava Jessica, comunque io l'ho sempre saputo e capito che eri una ragazzina in gamba e adesso sei sbocciata!!!!!!

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  6. Penso che io ti capisca più di tutti Avevo meno di diciotto anni e sono andato a lavorare in piemonte vicino al confine della Svizzera . Per una settimana mi Hanno chiamato -el bocia- mi sono fatto valere e rispettare poi mi chiamavano - il meccanico bresciano - Ci sono stato quasi due anni ed ero il capo officina.
    Quella esperienza quel cambio di ambiente del 1958 mi sono serviti per tutta la vita
    Jessica sei grande hai dimostrato coraggio e tenacia ora ti sarà tutto più facile.
    Ti aspetto a casa che ci racconteremo le nostre esperienze e difficoltà iniziali più o meno saranno simili Ciao a presto un abbraccio (una volta dicevano: con forza e coraggio il male è di passaggio) Ciao sei forte.

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  7. Sono felice per te ,e orgoglioso che tu per adesso riesca a farti una tua vita,e spero molto per te stessa che tu riesca ad andare avanti cosí,anche se penso che le persone che devi ringraziare esistano,e non sono sicuramente io,anche se magari nei nostri pochi anni vissuti insieme,spero di esserti servito per alcune cose,comunque alle tue spalle delle ottime persone si sono prodigate perché tu arrivassi dove sei ora,e secondo me la gran parte del merito la dovrai dare a loro,ma te ne accorgerai dopo,da adesso in poi sarai invece tu a giocarti la tua vita ,e sono sicuro che qualsiasi cosa farai la farai bene.un grosso abbraccio dal tuo Zio Robi.

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  8. Dimenticavo il tuo scritto é molto bello. Brava ,ti voglio bene.

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