sabato 27 settembre 2014

Stay Focused

Giorni un po' impegnativi questi, soprattutto se piombi in un momento di oddiocosafacciosonoincrisi. La mia nuvola grigia, se così si può chiamare un codice blu, é iniziata di colpo quando la Yle mi ha detto che qui non ce la faceva e voleva tornare a casa, Londra non faceva per lei. Sbum. Attimi di panico. Non capivo più niente. Chi ero? Dov'ero? Cosa stavo facendo? Ma soprattutto, cosa volevo fare? Dopo aver chiamato casa ed essermi un po' sfogata con la mia mamma, la situazione sembrava degenerare. Non dovevo più dividere lo stress con un'altra persona, ora dovevo essere io una sola persona in una delle più grandi metropoli del mondo. In questi casi c'è solo una cosa da fare: darsi una calmata. Fermarsi davanti a uno specchio, fissarsi. Io mi sono detta "Jessica cazzo smettila. Tu ce la puoi fare." E così dopo l'invito di più di una persona a tornare a casa, senza neanche pensarci troppo io ho deciso di restare. Non l'ho fatto per non dare dispiaceri a nessuno, non l'ho fatto per non deludere la mia famiglia o per non sentirmi dire "non è restata neanche una settimana, quella che non voleva più neanche tornare!". No, io l'ho fatto per me. Mi sono messa in gioco, ho accettato la sfida decidendo di venire qui e adesso con che coraggio potevo dire a me stessa "si torna a casa, hai fallito"?
Perché andarmene quando io qui mi sono trovata bene fin dal momento in cui ho messo piede giù dall'aereo? Questa potrebbe essere l'esperienza migliore della mia vita!
Fino a pochi mesi fa non mi passava neanche lontanamente per la testa di partire da sola e invece, proprio quando non te lo aspetti e pensi di non farcela, bam ti stupisci di te stessa.
C'è da dire che una grossa mano è arrivata da casa. Tutti scrivevano, chiamavano, mia mamma ha sciorinato le citazioni dei più grandi filosofi per dirmi che qualsiasi cosa avessi scelto di fare lei sarebbe stata dalla mia parte. L'unica condizione che ha posto è stata la mia felicità, il mio sorriso. Non ti ringrazierò mai abbastanza mamma, perché dopo averti chiamato piangendo, sei stata instancabile, ti sei messa a contattare chiunque, tutte le conoscenze in questa città, mi hai trovato un ostello per passare altre notti tranquilla in attesa che io riuscissi a trovarmi una stanza tutta per me in una casa. Sei un super eroe. Tu e tutti gli altri. Il papà, Robi, la nonna che piangeva, la zia che scriveva per sapere  se avevo bisogno, mio cugino che avendo passato metà anno qui si é messo a contattare una sua conoscenza pur di farmi calmare. Ci sono stati tutti per me, subito. È stata questa la cosa che mi ha fatto emozionare. Più del casino in cui mi trovavo, più del non saper da che parte voltarsi, più della nuvola grigia da codice blu. Io pensavo a quanto sono importante per gli altri, per le persone che mi stanno attorno. Non si capisce fino in fondo quanto bene ci vogliono le persone che ci stanno attorno finché non ci ritroviamo faccia a faccia con la realtà. E la mia in quel momento faceva davvero schifo. Ma avevo qualcuno. Qualcuno che seppur lontano, a casa, si stava preoccupando per me, ma pur di non farmi preoccupare ancora di più le ha provate tutte pur di sostenermi e starmi vicino. Grazie a tutti, vi voglio bene. 







4 commenti:

  1. Jessica sei una GRANDE, continua così, stai facendo un ' esperienza a dir poco incredibile. È un piacere leggere il tuo blog! In bocca al lupo per tutto!

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  2. Gioia mi hai fatto piangere un'ora... l'importante è che tu tiricordi che siamo tutti con te in ogni momento, e soprattutto nei momenti no... un bacione, mamma

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  3. Crepi il lupo e grazie mille!
    Mamma non piangere, ti fa male la pancia!?!?

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  4. ha ha ha... sì, mi hai fatto venire mal di pancia!

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